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L'EREDITÀ |
Un giorno un uomo che viveva in
campagna, ormai consapevole che la sua fine era vicina,
chiamò a sé i suoi tre figli e disse loro:
«Figliuoli,
io sto per andare in cielo ad incontrare il mio amato
Signore e la vostra mamma, che qui in vita ho amato con
tutto il cuore. Desidero ripartire in vostra presenza i
miei beni affinché non litighiate tra voi dopo la mia
morte e perché mi facciate capire quale parte
delleredità vi piace di più».
Il più
grande, ormai dottore in
legge, chiese la grande casa che
avevano in città perché gli era utile
come casa di rappresentanza per fare
bella figura nellalta società.
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Il
secondo desiderava, invece,
ricevere le scuderie perché egli amava i
cavalli che erano prestigiosi cavalli da
corsa per partecipare con successo ai
più grandi eventi sportivi che ci
sarebbero stati in ogni parte del mondo.
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Il più piccolo
dei tre figli, lunico credente come i
suoi genitori, quello che amava il suo papà
con tutto il cuore e gli era stato sempre vicino
da quando la sua cara mamma era andata in cielo,
se ne stava solo in un angolino della casa e non
parlava.
Il
padre, allora, gli disse: «Tu
non mi dici cosa desidereresti da me?»
Il figlio rispose: «A
me va bene qualunque cosa mi sarà data».
«Ma sei veramente
sciocco», dissero i fratelli; «non
vale niente. A dire il vero, noi pensavamo che ti saresti
ribellato per le nostre richieste».
Ma il ragazzo,
noncurante del loro disprezzo, e rivolgendosi al padre,
rispose:
«Padre, non sono i tuoi
doni che io desidero, ma io amo e desidero te e vorrei
stare con te per sempre. Comunque, se devo esprimere il
mio desiderio, io mi accontento con gioia, di ciò che è
rimasto dopo le scelte dei miei fratelli e cioè questa
casetta nella quale siamo sempre vissuti insieme e questo
piccolo giardino nel quale cè la tomba della mia
adorata mamma e ci sarà anche la tua quando Iddio vorrà
chiamarti in cielo. Questo dà a questa casa e a questo
campo un grande valore ai miei occhi».
Mentre i fratelli sghignazzavano,
il padre gli rivolse uno sguardo carico damore e,
sorridendo, rispose: «Poiché
conosco il tuo cuore e il tuo amore per me e per tua
madre, era esattamente questo che avevo pensato di
donarti. Però voglio darti anche questa chiave ... un
giorno potrebbe servirti».
Un giorno il padre
morì e il figlio lo pose momentaneamente nella
stessa tomba della moglie in attesa di costruirgliene
una nuova accanto a quella della moglie.
Gli altri due fratelli se ne
andarono ciascuno a prendere possesso della parte di
eredità loro riservata e si diedero alla bella vita come
avevano sempre desiderato.
Quando il
terzo figlio ebbe preparato il progetto (e
raccolti i soldi) per costruire la tomba del
padre, diede inizio ai lavori.
Nello scavare la terra,
però, trovò una piccola cassettina chiusa a
chiave. Era incuriosito e anche desideroso di
aprirla per scoprirvi il contenuto e si ricordò
delle parole del padre nel dargli quella chiave.
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Corse in casa, prese la
chiave che aveva conservato con amore pur non sapendo
a cosa servisse, e scoprì che serviva proprio per
aprire quella cassetta. Laprì e vi trovò un
pacco di lettere.
Erano le lettere
damore che i suoi genitori si erano scambiati in
gioventù mentre erano lontani luno dallaltro
perché il padre era andato allestero per lavoro.
Quale fu la sua gioia nel
ritrovare quel tesoro per lui inestimabile!
Attraverso quelle lettere poteva scoprire tante cose
della sua mamma che non aveva cono-sciuta perché era
morta quando egli era molto piccolo: quante dolci parole
damore per il marito che si era preso sempre cura
di lei con amore anche durante tutta la sua malattia
Quanta sollecitudine per i suoi figli che ora affidava
alle sue cure, ma soprattutto quanto tenero amore per
quella creatura nata da poco e che ora rimaneva senza la
mamma.
Egli leggeva e le lacrime gli rigavano il volto, mentre
baciava quei fogli di carta alcuni dei quali gli
sembravano lettere damore rivolte a lui
personalmente, ma nello sfogliare il pacco di lettere,
trovò una busta diversa dalle altre con sopra un timbro
notarile.
Laprì e vi trovò
due fogli:
uno era una lettera del Padre,
laltro era un
documento legale ufficiale.
Immaginate la sua sorpresa e
curiosità.
Anche per lamore che aveva sempre avuto per il
padre, lesse prima la sua lettera e vide che era proprio
indirizzata a lui.
"Caro figlio,
scriveva, poiché ti conoscevo molto bene e
conoscevo il tuo cuore, ecco perché intesto
questa lettera a te, pur non sapendo chi la
leggerà.
Prima di morire ho dato a voi tre la possibilità
di scegliere la parte di eredità che
desideravano perché è
giusto che ognuno riceva ciò verso cui volge il
suo cuore.
Nello scrivere
questa lettera potevo immaginare quali sarebbero
state le vostre scelte, ma, come sai, non le ho
minimamente influenzate.
Comunque chi ora è
in possesso di questa lettera sappia che non ha
ricevuto la parte meno significativa
delleredità,
come poteva apparire nel momento della scelta, ma
ha ricevuto, invece, la parte più ricca di
quanto io e tua madre possedevamo in vita.
Noi eravamo proprietari di una ricca miniera
doro della quale non avevamo mai voluto
rivelare lesistenza a voi proprio perché
sia io che tua madre volevamo consegnarla a
quello dei nostri figli che sarebbe stato in
grado di gestirla senza farsi corrompere da tanta
ricchezza.
Solo un cuore nobile, rivolto verso il Signore,
poteva nutrire questi sentimenti, per cui
lavrebbe trovata solo chi avesse rivolto il
suo cuore non ai desideri carnali di questo mondo,
ma piuttosto a quei sentimenti damore, di
devozione, di altruismo che possono rendere
capaci di rinunciare a ciò che apparentemente
sembra avere valore per volgersi a ciò che
alimenti il cuore.
Bene vicino a questa lettera trovi latto di
proprietà di questa miniera e la mia delega
firmata al possessore di questo documento perché
prenda possesso della miniera." |
Così colui che aveva saputo
rinunciare per amore a quanto poteva apparire più
allettante ricevette, invece, la parte più ricca di
eredità.
Applicazione Spirituale Anche a noi Iddio
ha offerto uneredità: è uneredità
che non appare agli occhi carnali, è
uneredità che non si trova su questa terra,
ma è nei cieli per cui la può vedere e
desiderare solo chi ha gli occhi rivolti verso il
cielo e non alle cose effimere di questa terra
che oggi sono e domani non sono più.
Leredità che il Padre celeste ha riservato
ai Suo figli nel cielo è, invece,
uneredita incorruttibile, immarcescibile,
eterna.
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